Il ritratto è sempre stato, e sempre sarà , una grande fonte di ispirazione e fascinazione per i fotografi. Nulla come un ritratto è capace di provocare emozioni e sensazioni... a patto che sia un buon ritratto. Perchè per fare un buon ritratto non basta fotografare una persona. Un ritratto deve essere di più. Ecco quindi qualche consiglio pratico per un buon ritratto.
Gli obiettivi e i loro rischi
Gli obiettivi preferiti dai ritrattisti sono il 50mm e l'85mm sul pieno formato. Perché? Perché queste lunghezze focali provocano meno distorsioni di lenti più corte e comprimono meno di lenti più lunghe. Quindi, a meno di non voler ottenere un risultato particolare, meglio restare tra i 50mm e i 135mm. (foto 1)
1 - il padrone di casa 31 (Ayahuasca)
A me gli occhi...ho detto gli occhi!
Gli occhi sono lo specchio dell'anima, ma se sono sfocati, l'anima va a farsi benedire. In un ritratto classico, la messa a fuoco dovrebbe cadere sugli occhi, e la sfocatura sullo sfondo. Molti fotografi preferiscono infatti scattare con diaframma aperto concentrando tutta l'attenzione proprio sugli occhi. Il nostro sguardo è naturalmente attirato dagli occhi, dallo sguardo altrui. Se questo è sfocato si crea una confusione che limita la lettura e la comprensione dell'immagine. Chi è miope come me lo sa bene! Quindi, prima di scattare, meglio assicurarsi sempre della messa a fuoco, impostandola sull'occhio più vicino all'obiettivo. (foto 2)
2 - White Collar (Jessica D)
L'importanza dello sfondo
Anche nel ritratto, lo sfondo è di fondamentale importanza. Uno sfondo caotico può distruggere anche il migliore dei ritratti. Meglio quindi andare sul semplice, come uno sfondo uniforme, che sia un telo o un muro bianco, oppure di mattoni, di legno, una foresta... ma prima di scattare è sempre preferibile controllare che non ci siano elementi di disturbo che non sempre si possono eliminare con Photoshop. Uno dei modi più semplici per evitare sfondi brutti e distraenti, e mettere in evidenza la modella o il modello, è scegliere un diaframma aperto per ottenere un bello sfocato. (Foto 3)
Nel caso però di un ritratto ambientato, in cui lo sfondo non può essere eccessivamente sfocato perché parte integrante del racconto, è veramente di primordiale importanza fare attenzione che non ci siano distrazioni (spazzature, pali, sporgenze...) che non solo rovinino l'immagine, ma che modifichino la storia del soggetto. (Foto 4)
3 - Lo sguardo (Daga)
4 - Long Neck (Garibaldi)
La composizione
Nel ritratto valgono le stesse regole della fotografia in generale. Seguendo quindi la regola dei terzi bisognerebbe decentrare il soggetto o posizionare gli occhi nel terzo in alto, magari facendo attenzione a posizionare un occhio, se il soggetto è decentrato, in uno dei punti di intersezione delle linee immaginarie della regola dei terzi. Primo piano? Piano americano o figura intera? Ognuno il suo stile e le sue preferenze. Si può stringere l'inquadratura per concentrare tutta l'attenzione su occhi e espressione, come in questo esempio (Foto 8)
oppure lasciare respirare il soggetto lasciandogli più spazio intorno. Se siete indecisi da che parte lasciare lo spazio, lasciateglielo nella direzione in cui è rivolto il soggetto, ad esempio (Foto 9)
8 - S ì fosse foco (Manuela Morgia)
9 - il backstage la preparazione (Donato Bellomo aka Bondell)
La luce
Trattandosi di fotografia non posso certo non parlare della luce. Il discorso luce è veramente molto ampio e meriterebbe uno spazio dedicato. Poche linee sono insufficienti per parlare del cuore e dell'anima di questa arte che è la fotografia. Mi limiterò quindi a parlare di come sfruttare la luce naturale per ottenere un buon ritratto. Quando si incomincia a scattare foto in modo serio uno dei consigli più ricorrenti è di non scattare quando il sole è alto, perché crea contrasti forti, brutte ombre e appiattisce colori e forme. Lo stesso discorso vale per il ritratto: una luce forte e direzionale come il sole crea ombre e contrasti poco piacevoli che enfatizzano i difetti della pelle (rughe, brufoli, cellulite!!!) e mettono poco in valore i soggetti. Meglio quindi scegliere la luce più morbida del mattino o della sera, l'ombra, la luce del sole diffusa dalle nuvole (che agiscono come un enorme diffusore) o la luce che entra da una finestra o da una porta.
La luce diffusa e uniforme avvolge, minimizza le imperfezioni, mette in valore i colori e le forme dando tridimensionalità ai soggetti. Un riflettore a portata di mano è un gadget molto utile per illuminare e ridurre ombre indesiderate. Qualsiasi superfice bianca può essere usata come riflettore, come ad esempio un muro, un telo, o
addirittura la vernice di una macchina! Basta poi lasciarla fuori dall'inquadratura! Ecco qualche mia foto con relativa spiegazione sulla gestione della luce (uso le mie perché so come le ho fatte!)
Questa foto è stata scattata verso mezzogiorno, all'ombra di una grande terrazza. La luce era naturalmente diffusa, ma il bianco del tessuto attorno alla bambina ha contribuito ad attenuare le ombre. (Foto 5)
La seguente l'ho scattata su un grande balcone non coperto. Il cielo era nuvoloso ma il sole alto, quindi ho usato un riflettore posizionato in basso alla mia sinistra (a destra del cavallino) per attenuare le ombre ed inviare più luce sul viso del bambino,in particolare sugli occhi, che altrimenti sarebbero risultati troppo scuri. (Foto 6)
L'ultima l'ho scattata all'interno di un salotto: ho posizionato la mia modella di fianco ad una grande porta-finestra in modo che la luce le arrivasse da un'angolazione di 90° circa. Come sfondo ho utilizzato un grande telo nero che ho lasciato due o tre metri dietro la modella in modo che la luce della finestra non lo illuminasse e risultasse quindi naturalmente più in ombra e di conseguenza di un nero profondo. (Foto 7)
5 - Margot (Ayahuasca)
6 Sigh (Ayahuasca)
7 - Venere (Ayahuasca)
Per concludere
Queste non vogliono assolutamente essere regole ferree da seguire alla lettera. Un buon ritratto si può ottenere infrangendole tutte, e per carità , fatelo! Infrangetele tutte.
Prendetele più come linee guida, un punto di partenza per avvicinarvi al ritratto. Perché il ritratto, in fin dei conti, deve saper emozionare, poco importa come.
La bambina (Ayauhasca)
Commenti (25)
quelli che votano male perché, come dici tu, fanno i furbetti;
e quelli che non avendo le competenze tecniche votano solo a seconda di quanto sia appariscente la foto.
forse più che un tutorial su come valutare, sarebbe più utile un tutorial su come leggere una foto, attraverso la tecnica usata.