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Sono perplesso... vedere che in un riconoscimento internazionale di quella portata vengon fuori alla fine le stesse polemiche che si fanno qui mi stupisce alquanto.
Del resto, se si comincia a dover rendere "belle" anche le foto di reportage, c'è qualcosa che non va nella giuria, e di conseguenza nel gusto che quelle giurie internazionali impongono al pubblico.
No, è questo il bello. Troppo photoshop. Dicono che la foto sembra un Caravaggio, e a dir la verità non hanno tutti i torti, sembra davvero un dipinto; il problema è che nel reportage queste cose non dovrebbero esistere.
Sono d'accordo con i critici, si sta sconfinando nella pittura, ma non nella pittura moderna ma in quella seicentesca e ottocentesca.
Tornando a Paul Hansen, la foto è efficacissima e non si vede la necessità di drammatizzarla ulteriormente
quella di Hansen? Non e' che in questo modo si rende piu' gradevole alla vista e sopportabile la guerra e la morte? cioe, cosi' caravaggesca ti fa incazzare meno, i bambini sembrano addormentati , le facce da teatro...
Beh... se si giudica questa un "Caravaggio"... cosa dire allora della foto ( splendida nella sua drammaticità ) di Georges Merillion del WPP del 90 ( se non ricordo male) .
quella di Hansen? Non e' che in questo modo si rende piu' gradevole alla vista e sopportabile la guerra e la morte? cioe, cosi' caravaggesca ti fa incazzare meno, i bambini sembrano addormentati , le facce da teatro...
Bah, la guerra e la morte violenta non sono sopportabili. O le accetti per quello che sono, o fai in modo di impedirle: addomesticarle è impossibile, renderle accettabili è disumano.
E' questo il punto. Cambia il gusto e quindi l'aspetto o cambia l'aspetto e quindi il gusto?
E poi, come dicevo sopra, è giusto adeguare al gusto il reportage di guerra? Io penso di no.
Deve per forza essere un bel bianco e nero granuloso una foto da zone di guerra? Non credo, insomma, conta il risultato penso. E' forte, strana, surreale quella foto, il gioco di dinamica sulle luci/ombre è evidente, ma sta venendo su una generazione figlia di flickr, non mi stupirei, ecco. Conta il risultato, le tecniche cambiano e cambieranno ancora.
Anche Macchiavelli aveva una linea di pensiero simile. Non è una questione di tecniche, non è una questione di bianco e nero, non deve essere una questione di gusto.
Il problema che io vedo, e che qualunque professionista dovrebbe vedere o essere guidato a vedere, è la banalizzazione. Se tu mi dici "le foto cambiano, bisogna capire il gusto di chi le guarda, bisogna drammatizzare perchè viviamo in questo tempo", io ti rispondo "ma che cosa c'è da drammatizzare in una guerra? Non è già sufficientemente drammatica di suo? Non è che se fai somigliare una foto di guerra ad un Caravaggio (ammesso e non concesso che sia questo il caso) allontani il concetto di guerra e lo inserisci in una atmosfera irreale, artisticamente molto drammatica, ma che fa solo del male a chi guarda la foto, che è pericolosamente incoraggiato a sentire sempre più lontana e irreale la scena riprodotta? E non è questa la peggior cosa che possa fare un reporter di guerra, che dovrebbe invece documentare e avvicinare la realtà al pubblico?
Poi sulla banalizzazione siamo d'accordo.
Banalizzazione del tragico, del violento, e anche della fotografia.
Già la Sontag ne parlava negli anni 70, quindi figuriamo adesso che tutti si credono grandi fotografi nel momento stesso in cui si comprano la reflex.
Non c'è più sforzo, non c'è più lavoro, non c'è più indignazione.
Basta guardare come sta messa l'Italia
Per concludere il mio pensiero (a rate!), siamo tutti capaci di mostrare le atrocità della guerra o di una catastrofe ambientale attraverso immagini di bambini mutilati, morenti, sfigurati.
Ma farlo con estetica, eleganza e dignità non è cosa da tutti.
Bene, l'argomento è interessante... Dunque dicevamo: "Bello". Ok, sono d'accordo, le foto di reportage possono essere chiaramente anche belle e curate, ma il motivo del contendere nel caso particolare non è questo, è piuttosto il soffondere di irrealtà l'immagine dandole un aspetto più da dipinto che da fotografia, e nemmeno si parla di soggetti cruenti o meno, lì siamo d'accordo, ci vuole estetica, eleganza e dignità , ma questo lo diamo per scontato.
Però, se i criteri di "bello" stanno davvero cambiando, e, facciamo l'ipotesi, si percepisce come esteticamente valido solo quel fotogramma che si avvicina il più possibile alla pittura cinquecentesca, con le sue luci calde e velate, è giusto seguire questa tendenza anche nel reportage, considerato che far somigliare una fotografia ad un quadro vuol dire necessariamente cambiarne la percezione istintiva? Di fronte ad una foto che sembra un dipinto, non si rischia di far pensare istintivamente all'opera di fantasia, costringendo chi guarda ad un passaggio logico in più per tornare al suo giusto inquadramento nella realtà , e perdendone quindi buona parte del messaggio, o perdendolo del tutto nei confronti di chi non si mette a fare quel passaggio logico in più?
Sinceramente stupirsi ora di questo presunto “cambio di direzione” nel proporre dei reportage, fa capire che la memoria, a volte, è corta.
Uno su tutti, forse il più emblematico, il più esteta… Sebastiao Salgado.
Già più di 20 anni fa proponeva reportage non certo “leggeri” con un senso pittorico straordinario… chiariscuri, tagli di luce, magnifiche elaborazioni di stampa, un inconfondibile (ed imitato) stile, che hanno reso i suoi reportage uno splendido mix di armonia e racconti di vita, senza, credo, togliere nulla alla sostanza che quelle foto vogliono illustrare e raccontare.
12 anni fa
utente cancellato
Ammetto di non essere una grande intenditrice di pittura, ma, sinceramente il paragone della foto vincitrice con un Caravaggio io non ce lo vedo proprio!
Il Caravaggio mi sembra che usi chiaro-scuri molto marcati ma cmq dalle tonalità piuttosto calde (ombre per dare tridimensionalità ai soggetti), mentre nella foto ci trovo una luce quasi fredda che ne congela quasi il senso di movimento.
Inoltre, non la trovo neanche tanto simile ad un dipinto (e allora quella vincitrice di "viviamo d'istanti"?)
Ma al di là di questo, quello che mi chiedo io è: far sembrare una foto un dipinto (seppure di Caravaggio) è un pregio (considerando oltretutto che l'effetto lo si ottiene con strumenti informatici) quando la bravura di un pittore (e del Caravaggio appunto) sta proprio nel far sembrare un dipinto una fotografia (ovviamente non nel naif!)???
la fotografia si è sempre ispirata alla pittura.
a me comunque la foto di Hansen non fa pensare ad un dipinto, se devo essere sincera.
trovo che l'autore faccia un ottimo uso della luce (flash in alto a sinistra? magari illuminato in post prod con un pennello?), che permette alla foto di svelarsi pian piano.
io prima noto i visi, le espressioni degli uomini, poi i corpicini senza vita dei bambini ed infine il mio sguardo continua sul corteo senza fine.
non sono di parte, non voglio difendere la foto a tutti i costi, anzi. Hansen non lo conosco e poco mi importa che abbia vinto lui o un altro, ma quello che mi piace della sua foto è che, malgrado sia stata fatta a Gaza, in un contesto ben preciso, potrebbe riferirsi a qualsiasi guerra, a qualsiasi catastrofe, ovunque su questa terra (se non fosse ovviamente per i visi tipici di certe regioni del mondo)
trovo il suo messaggio universale.
@Simona: In effetti, la fotografia è sempre stata ispirata alla pittura e con la pop art, addirittura conglobata con essa.
@blu: Si, ma il tuo è ragionamento da appassionato ed intenditore. A parte il fatto che Salgado fa B/N, il quale istintivamente e qualunque aspetto abbia, è sempre associato alla fotografia; io cercavo risposte orientate al pubblico, non alla visione di un intenditore di fotografia. Cioè, mi interessa capire se chi nelle foto di Salgado non vede ciò che vedi tu è adeguatamente preso in considerazione da chi fa reportage, o se il reportage stesso è a rischio di diventare,o è già diventato da tempo, o forse è sempre stato, un po' onanista e, nel caso, se la cosa sta peggiorando.
@Ayahuasca: Nemmeno io sono di parte, ho solo riportato una polemica, cercando di usarla per ragionare sul reportage in generale; cerco un rapporto, forse azzardato, tra quest'ultimo e l'oggettiva diminuita sensibilità verso gli orrori che ci circondano da parte di chi, purtroppo, davvero vive su di un altro pianeta: non legge, non si informa, non va oltre. E sono tanti, troppi, non solo in Italia. Cosa si può fare per risvegliare chi dorme? Andare incontro al loro gusto, o colpirli con qualcosa che giudicano brutto ma inequivocabile?
12 anni fa
utente cancellato
la foto è quella che è, rappresenta un conflitto con le atrocità e il conseguente dolore che una guerra comporta. Che fosse stata in bianco nero o in HDR o virata, oppure meno nitida o micromossa, cosa sarebbe cambiato? Il messaggio è evidente, crudo nella sua realtà e rappresentazione, personalmente mi basta.
12 anni fa
utente cancellato
ho visto la foto beh molto drammatica,
se posso permettermi pero, certo che una foto anche se di reportage deve essere bella, poi dipende a che livelli la si vuole giudicare, se come semplice foto o come forma d'arte, direi che per la maggiore nei concorsi internazionali si predilige la seconda, allora li viene il bello (e io ne sono ancora molto lontano) ... e cioè il riuscire a rendere ancora più drammatica la scena con i giochi di ombre, luci, cromie ecc. e tutto quello che ti permette la macchina .. pensa a quella foto cn una luce piatta senbza ombre, sarebbe bella (un soggetto interessante), ma nn eccellente, come invece è stata giudicata ... penso c'è una bella differenza da schiacciare un pulsante e impostare una foto, e per fortuna se no saremmo tutti artisti e nn ci sarebbero modelli a cui ispirarsi ...
cmq la fotografia è ormai intesa come arte da ben 100 anni, e si è confrontata con la pittura per poi anche emularla, da sempre, quindi nn vedo di che stupirsi .. questa foto nn è tanto lontana da quello che potrebbe essere un salgado o un mccurry che nn per niente sono condiderati dei fotografi di tutto rispetto ...
Dego, mi interrogavo sulla banalizzazione della violenza e dell'atrocità , e della insensibilità incapace di fare indignare le persone, nel mio primo post su in alto.
Ormai il sangue, la morte, la deformità ... Ci vengono servite quotidianamente ad ogni pasto. E pure a merenda.
Siamo totalmente anestetizzati, ci commuoviamo di più davanti ad un'immagine di un animale maltrattato che davanti a un bambino morto a causa di una bomba. (Per carità non mi si dica che non amo gli animali, ma i bambini sono un'altra cosa!)
Viviamo un'epoca in cui dodicenni violentano o ammazzano per un cellulare, in cui ragazzine fanno video erotici per comprarsi l'ipad o il jeans alla moda, dove il sesso è banalizzato, dove la morte è banalizzata, dove la malattia è banalizzata. Non c'è più rispetto per niente e nessuno, e non ci si indigna più per niente (a parte forse se mamma e papà non ti comprano l'iPhone)
Decenni fa la Carrà scandalizzò l'Italia per aver mostrato l'ombelico. Ora è forse, si e no, l'unica parte nascosta delle femmine in tv. Che dire? I tempi cambiano così come cambia il senso di pudore e tolleranza. È un bene? Un male? È così e basta e sarà sempre così, ma sinceramente non so che tipo di immagine potrebbe ancora shockare e far reagire, oggi come oggi.
A me basta e avanza quella di Hansen...
Sai qual'è forse il "problema"? Che stiamo troppo bene, non abbiamo mai conosciuto la guerra e la privazione, la miseria e la fame. Siamo tutti dei bambini viziati, e quelle tragedie sono troppo lontane dalla nostra realtà . Viviamo nel virtuale e per noi tutto è cinema.
Penso che abbiamo semplicemente perso contatto con la realtà .
12 anni fa
utente cancellato
Beh il fatto che la fotografia si ispiri alla pittura non mi giustifica il voler far passare una foto per un dipinto!
Un bel dipinto è tale perchè trasmette qualche cosa attraverso ciò che vi è rappresentato e tramite il modo in cui vi è rappresentato e ritornando al Caravaggio questa bellezza è rappresentata anche dal senso di realtà che il pittore riesce ad ottenere. E questo nella fotografia mi sembra il minimo che si possa ottenere considerando che la fotografia è realtà ! Altrimenti torniamo al discorso dei fotomontaggi o di PP eccessiva, spinta, che mi pare, non sia vista di buon grado come "fotografia".
Tornando alla foto del WPP, non credo che la giuria l'abbia scelta xchè elaborata in PP e perchè questo sia diventato l'unico modo per proporre una realtà cruda. Avete visto la 2 e la 3 del medesimo gruppo (Spot News), non mi sembrano elaborate in PP e sono ben più crude della prima.
Non capisco perchè il fatto che il premio sia stato dato a quella foto debba significare che chi guarda le foto sia cinico ed insensibile o che anche il Reportage necessiti di PP per essere incisivo. Il discorso che fa Ayahuasca è probabilmente vero, ma non vedo la scelta di Hansen e della giuria conseguenza di tale presa di coscienza.
Anzi, non sarebbe male poter sapere le motivazioni date dalla giuria alla loro scelta (non mi sembra che sul sito ci siano) ed inoltre, (questa curiosità mia), ma chi è che ha innescato la polemica sulla foto?
Sai qual'è forse il "problema"? Che stiamo troppo bene, non abbiamo mai conosciuto la guerra e la privazione, la miseria e la fame. Siamo tutti dei bambini viziati, e quelle tragedie sono troppo lontane dalla nostra realtà . Viviamo nel virtuale e per noi tutto è cinema.
Penso che abbiamo semplicemente perso contatto con la realtà .
credo che almeno una parte degli italiani stia riprendendo contatto con la realtà , conoscendo miseria, fame e disagi sociali...speriamo di non dover arrivare a fotografare anche una nuova guerra....
World Press Photo
Degomera681
Sono perplesso... vedere che in un riconoscimento internazionale di quella portata vengon fuori alla fine le stesse polemiche che si fanno qui mi stupisce alquanto.Del resto, se si comincia a dover rendere "belle" anche le foto di reportage, c'è qualcosa che non va nella giuria, e di conseguenza nel gusto che quelle giurie internazionali impongono al pubblico.
admin
Mi è sfuggita la polemica, troppo cruda? Bambini morti?Degomera681
No, è questo il bello. Troppo photoshop. Dicono che la foto sembra un Caravaggio, e a dir la verità non hanno tutti i torti, sembra davvero un dipinto; il problema è che nel reportage queste cose non dovrebbero esistere.paolo-spagg
Sono d'accordo con i critici, si sta sconfinando nella pittura, ma non nella pittura moderna ma in quella seicentesca e ottocentesca.Tornando a Paul Hansen, la foto è efficacissima e non si vede la necessità di drammatizzarla ulteriormente
leobulero
quella di Hansen? Non e' che in questo modo si rende piu' gradevole alla vista e sopportabile la guerra e la morte? cioe, cosi' caravaggesca ti fa incazzare meno, i bambini sembrano addormentati , le facce da teatro...bluvelvet
Beh... se si giudica questa un "Caravaggio"... cosa dire allora della foto ( splendida nella sua drammaticità ) di Georges Merillion del WPP del 90 ( se non ricordo male) .Degomera681
Bah, la guerra e la morte violenta non sono sopportabili. O le accetti per quello che sono, o fai in modo di impedirle: addomesticarle è impossibile, renderle accettabili è disumano.
admin
Massì, sta cambiando il gusto di chi le foto le guarda, perché somiglia a quello che viene proposto. Non c'è niente di strano.Degomera681
E' questo il punto. Cambia il gusto e quindi l'aspetto o cambia l'aspetto e quindi il gusto?E poi, come dicevo sopra, è giusto adeguare al gusto il reportage di guerra? Io penso di no.
admin
E poi, come dicevo sopra, è giusto adeguare al gusto il reportage di guerra? Io penso di no.
Deve per forza essere un bel bianco e nero granuloso una foto da zone di guerra? Non credo, insomma, conta il risultato penso. E' forte, strana, surreale quella foto, il gioco di dinamica sulle luci/ombre è evidente, ma sta venendo su una generazione figlia di flickr, non mi stupirei, ecco. Conta il risultato, le tecniche cambiano e cambieranno ancora.
Degomera681
Anche Macchiavelli aveva una linea di pensiero simile. Non è una questione di tecniche, non è una questione di bianco e nero, non deve essere una questione di gusto.Il problema che io vedo, e che qualunque professionista dovrebbe vedere o essere guidato a vedere, è la banalizzazione. Se tu mi dici "le foto cambiano, bisogna capire il gusto di chi le guarda, bisogna drammatizzare perchè viviamo in questo tempo", io ti rispondo "ma che cosa c'è da drammatizzare in una guerra? Non è già sufficientemente drammatica di suo? Non è che se fai somigliare una foto di guerra ad un Caravaggio (ammesso e non concesso che sia questo il caso) allontani il concetto di guerra e lo inserisci in una atmosfera irreale, artisticamente molto drammatica, ma che fa solo del male a chi guarda la foto, che è pericolosamente incoraggiato a sentire sempre più lontana e irreale la scena riprodotta? E non è questa la peggior cosa che possa fare un reporter di guerra, che dovrebbe invece documentare e avvicinare la realtà al pubblico?
Ayahuasca
Sinceramente non vedo perché le foto di reportage non debbano essere belle.Una foto può essere forte, violenta, disgustosa, ma anche bella esteticamente.
Nel 2011 ho assistito a VISA pour l'image a Perpignan, il più grande festival di fotoreportage d'Europa.
Le foto proposte (e scelte dalla giuria) non solo avevano un messaggio drammatico, ma erano anche molto curate.
Il reportage non è solo guerra, non è solo immagini colte nel momento in cui esplode una bomba. Reportage è anche un progetto fotografico, come quello di una fotografa che aveva seguito la vita delle famiglie legate alle gang di los angeles. Le immagini erano tutte in b/n, ben composte, molto belle. Eppure esprimevano tutta la disperazione e la tragicità della situazione.
Inoltre la foto vincitrice del WPP è intitolata "Gaza burial". Non è una foto sulla guerra, ma sulle sue conseguenze.
Secondo me bisognerebbe interrogarsi sul perché foto così, con due bambini morti e i volti disperati e arrabbiati dei presenti, non ci tocchino di più.
Sono ormai talmente tanti anni che ci propinano immagini shock, dalla violenza infinita, che ormai non reagiamo più a niente.
Siamo anestetizzati al dolore, alla sofferenza, all'atrocità .
Se il compito del reportage è smuovere le coscienze, beh, allora tutti i fotoreporter, il grande Ult incluso, hanno fallito alla grande.
Perché malgrado la quantità di foto shock, le cose e le guerre non sono cambiate. Per niente.
paolo-spagg
D'accordo con quanto scrive Ayahuasca sopratutto nella parte finaleAyahuasca
Poi sulla banalizzazione siamo d'accordo.Banalizzazione del tragico, del violento, e anche della fotografia.
Già la Sontag ne parlava negli anni 70, quindi figuriamo adesso che tutti si credono grandi fotografi nel momento stesso in cui si comprano la reflex.
Non c'è più sforzo, non c'è più lavoro, non c'è più indignazione.
Basta guardare come sta messa l'Italia
Ayahuasca
Per concludere il mio pensiero (a rate!), siamo tutti capaci di mostrare le atrocità della guerra o di una catastrofe ambientale attraverso immagini di bambini mutilati, morenti, sfigurati.Ma farlo con estetica, eleganza e dignità non è cosa da tutti.
Degomera681
Bene, l'argomento è interessante... Dunque dicevamo: "Bello". Ok, sono d'accordo, le foto di reportage possono essere chiaramente anche belle e curate, ma il motivo del contendere nel caso particolare non è questo, è piuttosto il soffondere di irrealtà l'immagine dandole un aspetto più da dipinto che da fotografia, e nemmeno si parla di soggetti cruenti o meno, lì siamo d'accordo, ci vuole estetica, eleganza e dignità , ma questo lo diamo per scontato.Però, se i criteri di "bello" stanno davvero cambiando, e, facciamo l'ipotesi, si percepisce come esteticamente valido solo quel fotogramma che si avvicina il più possibile alla pittura cinquecentesca, con le sue luci calde e velate, è giusto seguire questa tendenza anche nel reportage, considerato che far somigliare una fotografia ad un quadro vuol dire necessariamente cambiarne la percezione istintiva? Di fronte ad una foto che sembra un dipinto, non si rischia di far pensare istintivamente all'opera di fantasia, costringendo chi guarda ad un passaggio logico in più per tornare al suo giusto inquadramento nella realtà , e perdendone quindi buona parte del messaggio, o perdendolo del tutto nei confronti di chi non si mette a fare quel passaggio logico in più?
bluvelvet
Sinceramente stupirsi ora di questo presunto “cambio di direzione” nel proporre dei reportage, fa capire che la memoria, a volte, è corta.Uno su tutti, forse il più emblematico, il più esteta… Sebastiao Salgado.
Già più di 20 anni fa proponeva reportage non certo “leggeri” con un senso pittorico straordinario… chiariscuri, tagli di luce, magnifiche elaborazioni di stampa, un inconfondibile (ed imitato) stile, che hanno reso i suoi reportage uno splendido mix di armonia e racconti di vita, senza, credo, togliere nulla alla sostanza che quelle foto vogliono illustrare e raccontare.
utente cancellato
Ammetto di non essere una grande intenditrice di pittura, ma, sinceramente il paragone della foto vincitrice con un Caravaggio io non ce lo vedo proprio!Il Caravaggio mi sembra che usi chiaro-scuri molto marcati ma cmq dalle tonalità piuttosto calde (ombre per dare tridimensionalità ai soggetti), mentre nella foto ci trovo una luce quasi fredda che ne congela quasi il senso di movimento.
Inoltre, non la trovo neanche tanto simile ad un dipinto (e allora quella vincitrice di "viviamo d'istanti"?)
Ma al di là di questo, quello che mi chiedo io è: far sembrare una foto un dipinto (seppure di Caravaggio) è un pregio (considerando oltretutto che l'effetto lo si ottiene con strumenti informatici) quando la bravura di un pittore (e del Caravaggio appunto) sta proprio nel far sembrare un dipinto una fotografia (ovviamente non nel naif!)???
Ayahuasca
la fotografia si è sempre ispirata alla pittura.a me comunque la foto di Hansen non fa pensare ad un dipinto, se devo essere sincera.
trovo che l'autore faccia un ottimo uso della luce (flash in alto a sinistra? magari illuminato in post prod con un pennello?), che permette alla foto di svelarsi pian piano.
io prima noto i visi, le espressioni degli uomini, poi i corpicini senza vita dei bambini ed infine il mio sguardo continua sul corteo senza fine.
sinceramente non so se il "passaggio logico in più", per citare Dego, penalizzi la comprensione o la contestualizzazione della foto. sappiamo tutti da dove viene e perché, e penso che nessuno possa ritenerla un'opera di fantasia. e se dovesse succedere, significa che quel qualcuno ha vissuto su un altro pianeta per decenni!
non sono di parte, non voglio difendere la foto a tutti i costi, anzi. Hansen non lo conosco e poco mi importa che abbia vinto lui o un altro, ma quello che mi piace della sua foto è che, malgrado sia stata fatta a Gaza, in un contesto ben preciso, potrebbe riferirsi a qualsiasi guerra, a qualsiasi catastrofe, ovunque su questa terra (se non fosse ovviamente per i visi tipici di certe regioni del mondo)
trovo il suo messaggio universale.
kaira
scusate, non mi sento troppo bene e ho la connessione ballerina stasera, non è pigrizia ma... mi mettereste il link alla foto?Degomera681
Qui il link alla foto : http://images.popcorntv.it/immagini/620/281761_d20130217-740x493.jpg@Simona: In effetti, la fotografia è sempre stata ispirata alla pittura e con la pop art, addirittura conglobata con essa.
@blu: Si, ma il tuo è ragionamento da appassionato ed intenditore. A parte il fatto che Salgado fa B/N, il quale istintivamente e qualunque aspetto abbia, è sempre associato alla fotografia; io cercavo risposte orientate al pubblico, non alla visione di un intenditore di fotografia. Cioè, mi interessa capire se chi nelle foto di Salgado non vede ciò che vedi tu è adeguatamente preso in considerazione da chi fa reportage, o se il reportage stesso è a rischio di diventare,o è già diventato da tempo, o forse è sempre stato, un po' onanista e, nel caso, se la cosa sta peggiorando.
@Ayahuasca: Nemmeno io sono di parte, ho solo riportato una polemica, cercando di usarla per ragionare sul reportage in generale; cerco un rapporto, forse azzardato, tra quest'ultimo e l'oggettiva diminuita sensibilità verso gli orrori che ci circondano da parte di chi, purtroppo, davvero vive su di un altro pianeta: non legge, non si informa, non va oltre. E sono tanti, troppi, non solo in Italia. Cosa si può fare per risvegliare chi dorme? Andare incontro al loro gusto, o colpirli con qualcosa che giudicano brutto ma inequivocabile?
utente cancellato
la foto è quella che è, rappresenta un conflitto con le atrocità e il conseguente dolore che una guerra comporta. Che fosse stata in bianco nero o in HDR o virata, oppure meno nitida o micromossa, cosa sarebbe cambiato? Il messaggio è evidente, crudo nella sua realtà e rappresentazione, personalmente mi basta.utente cancellato
ho visto la foto beh molto drammatica,se posso permettermi pero, certo che una foto anche se di reportage deve essere bella, poi dipende a che livelli la si vuole giudicare, se come semplice foto o come forma d'arte, direi che per la maggiore nei concorsi internazionali si predilige la seconda, allora li viene il bello (e io ne sono ancora molto lontano) ... e cioè il riuscire a rendere ancora più drammatica la scena con i giochi di ombre, luci, cromie ecc. e tutto quello che ti permette la macchina .. pensa a quella foto cn una luce piatta senbza ombre, sarebbe bella (un soggetto interessante), ma nn eccellente, come invece è stata giudicata ... penso c'è una bella differenza da schiacciare un pulsante e impostare una foto, e per fortuna se no saremmo tutti artisti e nn ci sarebbero modelli a cui ispirarsi ...
cmq la fotografia è ormai intesa come arte da ben 100 anni, e si è confrontata con la pittura per poi anche emularla, da sempre, quindi nn vedo di che stupirsi .. questa foto nn è tanto lontana da quello che potrebbe essere un salgado o un mccurry che nn per niente sono condiderati dei fotografi di tutto rispetto ...
Ayahuasca
Dego, mi interrogavo sulla banalizzazione della violenza e dell'atrocità , e della insensibilità incapace di fare indignare le persone, nel mio primo post su in alto.Ormai il sangue, la morte, la deformità ... Ci vengono servite quotidianamente ad ogni pasto. E pure a merenda.
Siamo totalmente anestetizzati, ci commuoviamo di più davanti ad un'immagine di un animale maltrattato che davanti a un bambino morto a causa di una bomba. (Per carità non mi si dica che non amo gli animali, ma i bambini sono un'altra cosa!)
Viviamo un'epoca in cui dodicenni violentano o ammazzano per un cellulare, in cui ragazzine fanno video erotici per comprarsi l'ipad o il jeans alla moda, dove il sesso è banalizzato, dove la morte è banalizzata, dove la malattia è banalizzata. Non c'è più rispetto per niente e nessuno, e non ci si indigna più per niente (a parte forse se mamma e papà non ti comprano l'iPhone)
Decenni fa la Carrà scandalizzò l'Italia per aver mostrato l'ombelico. Ora è forse, si e no, l'unica parte nascosta delle femmine in tv. Che dire? I tempi cambiano così come cambia il senso di pudore e tolleranza. È un bene? Un male? È così e basta e sarà sempre così, ma sinceramente non so che tipo di immagine potrebbe ancora shockare e far reagire, oggi come oggi.
A me basta e avanza quella di Hansen...
Ayahuasca
Sai qual'è forse il "problema"? Che stiamo troppo bene, non abbiamo mai conosciuto la guerra e la privazione, la miseria e la fame. Siamo tutti dei bambini viziati, e quelle tragedie sono troppo lontane dalla nostra realtà . Viviamo nel virtuale e per noi tutto è cinema.Penso che abbiamo semplicemente perso contatto con la realtà .
utente cancellato
Beh il fatto che la fotografia si ispiri alla pittura non mi giustifica il voler far passare una foto per un dipinto!Un bel dipinto è tale perchè trasmette qualche cosa attraverso ciò che vi è rappresentato e tramite il modo in cui vi è rappresentato e ritornando al Caravaggio questa bellezza è rappresentata anche dal senso di realtà che il pittore riesce ad ottenere. E questo nella fotografia mi sembra il minimo che si possa ottenere considerando che la fotografia è realtà ! Altrimenti torniamo al discorso dei fotomontaggi o di PP eccessiva, spinta, che mi pare, non sia vista di buon grado come "fotografia".
Tornando alla foto del WPP, non credo che la giuria l'abbia scelta xchè elaborata in PP e perchè questo sia diventato l'unico modo per proporre una realtà cruda. Avete visto la 2 e la 3 del medesimo gruppo (Spot News), non mi sembrano elaborate in PP e sono ben più crude della prima.
Non capisco perchè il fatto che il premio sia stato dato a quella foto debba significare che chi guarda le foto sia cinico ed insensibile o che anche il Reportage necessiti di PP per essere incisivo. Il discorso che fa Ayahuasca è probabilmente vero, ma non vedo la scelta di Hansen e della giuria conseguenza di tale presa di coscienza.
Anzi, non sarebbe male poter sapere le motivazioni date dalla giuria alla loro scelta (non mi sembra che sul sito ci siano) ed inoltre, (questa curiosità mia), ma chi è che ha innescato la polemica sulla foto?
butterfly69
Penso che abbiamo semplicemente perso contatto con la realtà .
credo che almeno una parte degli italiani stia riprendendo contatto con la realtà , conoscendo miseria, fame e disagi sociali...speriamo di non dover arrivare a fotografare anche una nuova guerra....